Andrea raggiunse la fortezza poco prima di pranzo. Vi tornava dopo molto tempo e fu sorpreso di non trovare nessuno di guardia. Il portone d'accesso era spalancato e nel grande cortile erano cresciuti alti cespugli.
Il silenzio dell'inverno avvolgeva il fortilizio e solo pochi corvi che si contendevano le finestre ormai vuote, rompevano con i loro richiami quella solitudine.
Salendo lo scalone verso la sala d'onore trovò a terra registri ed armature arrugginite.
Forse una partenza improvvisa? Forse un trasloco frettoloso?
Il vento soffiava freddo e tagliente, portando la neve all'interno delle sale abbandonate.
Restò qualche breve istante sulla terrazza, da cui si dominava la valle. Sotto la città laboriosa e dimentica, i suoi rumori salivano attutiti dalla nebbia che ora si alzava. Scendendo si volse a guardare un'ultima volta le mura possenti, che la nebbia avvolgeva come un velo.