Suprema Armata Remiel
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 Qualcosa da tenere a mente

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MessaggioTitolo: Qualcosa da tenere a mente   Qualcosa da tenere a mente Icon_minitimeMer Dic 31, 2008 8:49 pm

Quando ho letto le parole che a breve scriverò, dichiaro onestamente di essermi commossa. Credo si possa trovare l'illuminazione nelle piccole cose e nelle piccole verità quotidiane, badando di prestare attenzione alla responsabilità di ciò che ci impegnamo a fare, a dire e anche a pensare.

Con le parole di Padre Seedorf voglio iniziare questa avventura di soldato della Sacra Armata Remiel ma anche di persona, ed auspico che chi prenderà parte a questa cosa, abbia dentro di sè la voglia e la responsabilità di prendere sul serio questa impresa perchè nonostante il gioco è comunque impregnata dall'impegno di ogni singolo componente di questa Compagnia.


''Si parla di una grande emergenza educativa, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita. Sono in questione non soltanto le responsabilità personali degli adulti o dei giovani, che pur esistono e non devono essere nascoste, ma anche un’atmosfera diffusa, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita.

Tutte queste difficoltà non sono insormontabili. Sono piuttosto il rovescio della medaglia di quel dono grande e prezioso che è la nostra libertà, con la responsabilità che giustamente l’accompagna.

Da queste semplici considerazioni emerge come nell’educazione sia decisivo il senso di responsabilità: responsabilità dell’educatore, certamente, ma anche, e in misura che cresce con l’età, responsabilità del figlio, dell’alunno, del giovane che entra nel mondo del lavoro. È responsabile chi sa rispondere a se stesso e agli altri. Chi crede cerca inoltre, e anzitutto, di rispondere a Dio che lo ha amato per primo.

La responsabilità è in primo luogo personale, ma c’è anche una responsabilità che condividiamo insieme, come cittadini di una stessa città e di una nazione, come figli di un unico Dio e membri della Chiesa.

Il nostro mestiere di studenti della vita, cioè di gente che studia ed analizza le proprie esperienze, noi le prendiamo un po’ sul serio; sul serio, ci intendiamo, sempre con allegria, ma impariamo a studiare per la vita, impariamo le responsabilità individuale e sociale che noi abbiamo assunta abbracciando questa via dello studio, la quale responsabilità ci impone di acquistare una vera cultura, ed impariamo le responsabilità sociali e individuali che questa acquistata cultura ci impone.

Abbiamo un dovere e un bisogno; dovere e bisogno che sono appoggiati alla legge di natura e quindi alla volontà di Dio. La solidarietà è un bisogno, in quanto vi è fra tutti i membri della società umana una identità di interessi, ognuno infatti, per volontà di Dio, è incompleto in se stesso e ha bisogno degli altri, della cooperazione e dell’aiuto degli altri, per poter giungere al suo fine e per attuare il proprio bene. Il bene di uno è legato al bene di tutti; nessuno può provvedere al proprio bene da solo.

La libertà di ogni individuo, deve essere rispettato e la propria libertà individuale la si deve gustare come il dono che fa più somigliante l’uomo a Dio, che ci rende veramente adulti nell’amore, cioè responsabili, tutti veri e sinceri con il prossimo. Se avremo la consapevolezza della potenza delle nostre responsabilità, tenendo conto di quanto ribadito in precedenza, neppure la tremenda fragilità umana che continua a mettere a dura prova la fedeltà alla libertà, riuscirà a togliere la gratitudine a Dio per avercela data, e la fiducia che l’uomo possa arrivare alla liberazione della libertà, secondo il primo desiderio di Dio su noi. ''


Buon lavoro a tutti.
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